Airfix Italian Tribute


Replying to La storia dell'AIRFIX

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Last 10 Posts [ In reverse order ]

  1. Posted 30/4/2013, 23:48
    Airfix.... Airfix..... Airfix!!!
    Grande, irrinunciabile e nostalgica macchina del tempo!
    Sei pienamente viva;
    Ravvivi il cuore del ragazzo che è rimasto dentro di me.
  2. Posted 29/4/2013, 12:24
    Io ci ho mosso i primi passi con il catalogo Airfix, facendo in pratica tutto quello che c'era dai modelli della WWII in poi....
    Oggi faccio altro, ma sogno di rifare il mio primo modello Airfix, un B-29.... :rolleyes:
  3. Posted 28/4/2013, 22:16
    in conclusione personale un ritorno all'origine è come liberarsi della giacca e cravatta.
    E anche coloro con una piccola esperienza modellistica aquisita da giovanissimi, possano ritrovare con questo nome la passione mai dimenticata.
    Pino
  4. Posted 28/4/2013, 20:40
    MI RICORDA I MIEI PRIMI MODELLI,LE MITICHE BUSTE E POI LE SCATOLE E GLI ANNI PASSATI.CIAO A TUTTI
  5. Posted 28/4/2013, 19:42
    l'avvio al mondo del modellismo e dei figurini 1/72
  6. Posted 28/4/2013, 14:39
    Un marchio che mi accompagnato per decenni nel fantastico mondo degli aerei e che ancora oggi è un riferimento per molti di noi.
    Ottimo lavoro !!!
    Roberto
  7. Posted 28/4/2013, 12:39
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    Dire modellismo statico è dire Airfix.

    L'Airfix nasce nel 1939 in Gran Bretagna, come produttore di giocattoli gonfiabili (da cui il nome). Nell'immediato dopoguerra produceva piccoli oggetti in acetato di cellulosa. Come spesso capita, l'indirizzo vincente fu scoperto quasi per caso. Nel 1949 la Massey Ferguson, produttrice di trattori, commissionò all'Airfix la produzione di un modello in scala di un proprio prodotto, da offrire quale gadget agli acquirenti dei trattori nelle loro concessionarie. L'iniziativa ebbe un certo successo e stimolò la fantasia dei vertici della piccola azienda che, sfruttando lo stampo a disposizione, pensarono di venderlo anche al grande pubblico in kit di montaggio. La strada era stata aperta dalla Frog Penguin anni prima, ma l'Airfix aveva a disposizione una novità per l'epoca: una sofisticata macchina per stampa ad iniezione che permetteva già la riproduzione di piccoli pezzi, collegati ad un'intelaiatura dello stesso materiale plastico (sprue), da staccare ed assemblare. Realizzato in materiali adeguati, uno stampo permetteva di produrre lo stesso modello in quantità virtualmente infinita...

    Il primo, vero, modello AIRFIX (qui già in riedizione)
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    All'inizio degli anni 50 l'Airfix intraprese definitivamente la via del modellismo statico. L'acetato venne abbandonato, preferendo il polistirene, ed i soggetti, in larga parte di matrice aeronautica, si moltiplicarono velocemente nel loro catalogo.
    Il primo soggetto a grande diffusione, e non poteva essere altrimenti, fu uno Spitfire.
    La scala di riferimento, seguendo la tradizione Frog, divenne la 1:72, più o meno rispettata in tutti i modelli... Gli inglesi la definiscono ancor oggi 'gentlemen's scale'.
    Notoriamente gli anni 60 e 70 furono l'epoca d'oro del modellismo, gioco affascinante per i ragazzi ma anche sofisticato hobby per (pochi) adulti. Il catalogo Arfix si arricchì oltremodo, toccando praticamente ogni possibile campo dello scibile umano...
    Hobby intelligente, stimolante e, volendo, a basso costo, il modellismo statico ebbe, come si diceva, grande diffusione all'epoca, e dagli anni 50 fino ai primi 80 vi fu un proliferare di marchi. L'Airfix dominò il panorama mondiale, per quanto molto ben contrastata nel continente americano dalla Revell (soprattutto) e dalle svariate produzioni nazionali in Giappone.

    Lo Spitfire BTK del 1953: notare il pilota 'affiorante' dal cockpit...
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    Anche questo è uno stampo 'perso' (più probabilmente troppo usurato) tanto che, pochi anni fa, l'Airfix commercializzò un 'blister' rievocativo... con dentro, nonostante la plastica dello stesso colore azzurro, il venerabile Spit. Mk. I degli anni 60, ancora facilmente reperibile.

    L'Airfix ha prodotto nel corso degli anni aerei, mezzi militari terrestri, navi civili e da guerra, astronavi vere e di fantasia, 'soldatini'...
    Soprattutto negli anni 70 produsse molte confezioni con tutto l'occorrente per riprodurre rudimentali diorami e/o campi di battaglia.
    Anche la produzione di Toys tout-court ebbe una certa importanza.

    Analizziamo qualche aspetto della produzione Airfix nel periodo 'd'oro':
    a) La scala: la scala principe fu sempre l'1:72, nelle riproduzioni di aerei, mentre, curiosamente, i mezzi corazzati ed i soldatini venivano riprodotti in 1:76 (scala OO).
    Soprattutto negli anni 70 l'Airfix si lanciò in poderose (per l'epoca) riproduzioni in scala 1:24: particolarmente famoso lo STUKA in questa scala, desiderio estremo di tanti di noi che oggi hanno quasi 50 anni...
    Le navi erano riprodotte generalmente in1:600 od 1:1250 (waterline, soprattutto ad uso wargame).
    Tarda e poco significativa l'introduzione di alcuni modelli in 1:48, scala all'epoca tipica degli americani.
    b) La qualità: si può ben dire che, ancor oggi, buona parte della produzione Airfix possa essere considerata, nel peggiore dei casi, una buona base di partenza per la riproduzione di un modello ancora all'altezza dei ns tempi. L'Airfix divideva la produzione in serie, dalle scatole (inizialmente bustine, poi blister rigidi) della serie 1, le produzioni più semplici, a salire.
    La serie riguardava la dimensione del modello in se ma anche la qualità dei dettagli: ancora negli anni 70, ad esempio, si trovava un rudimentale, ed assai fantasioso, 'Stuka' in 1:72 nella serie 1, però lo stesso aereo, nella stessa scala, era ugualmente presente nella serie 2... molto più preciso e con molti più pezzi (ed ancora in catalogo).
    Se gli incastri erano generalmente più che discreti, spesso invidiabili ancor oggi, può lasciare perplessi l'esagerata 'rivettatura' in positivo tipica della maggioranza di questi kit. Estremamente d'effetto, certo, ma assolutamente irrealistica.
    Rimanendo nel campo degli aerei, era difficile avere a mò di cockpit più di un seggiolino, generalmente di assoluta fantasia, e la riproduzione di un pilota. Assolutamente tipici i 'pilotini' Airfix, che meriteranno una trattazione a parte.
    Le decals erano spesso discutibili, di qualità non eccelsa e con il film trasparente che tendeva ad ingiallire velocemente. Ugualmente per i soggetti erano spesso proposte livree... 'sospette', ma questo è assolutamente in linea con i tempi.
    c) Stampi e longevità: ancor oggi gran parte degli stampi della storia dell'Airfix viene riproposta dall'ultima reincarnazione della casa inglese, in periodiche ristampe.
    Il DH 88 Racer, ad esempio, stampo dei tardi anni 50, è riproposto nel catalogo 2012...
    Un numero imprecisato di stampi è scomparso da anni dalla circolazione, senza essere mai stato riproposto, tanto che i kit in questione hanno raggiunto anche cifre interessanti nel mercato dell'usato... Sono girate, e girano, leggende sui motivi della scomparsa di questi kit, spesso al limite del complottismo... ma si sa, ogni interesse ha le sue mitologie.

    Negli anni del successo l'Airfix ebbe più di una filiale, ed alcune sinergie con altri marchi, senza però mai perdere la sua precisa connotazione. Altro motivo di successo fu la creazione di una collana di pubblicazioni mensili, l'Airfix Magazine, e di libri dedicati al modellismo. Degni di nota i cataloghi illustrati, ogni anno più ricchi, vera fonte di gioia per l'immaginario dei giovanissimi.

    Le bustine... e poi i blister...
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    Ma, infine, arrivarono gli anni 80...
    La grande crisi degli anni 80.
    Il modellismo si trasformò in un hobby quasi esclusivamente per adulti, spesso troppo 'esigenti' per volere ancora kit Airfix, in ogni caso 'pochi' per sostenere come prima tale mercato.
    L'Airfix dichiarò fallimento nel 1981, e fu acquistata da una compagnia americana, già proprietaria del marchio modellistico MPC.
    Da notare che l'Airfix aveva acquisito licenza per la produzione di modelli legati al mondo di Star Wars. Molti vennere usati direttamente dalla MPC e mai riproposti a marchio Airfix.
    Anche altre produzioni andarono perdute, fra cui un kit del sottomarino Nautilus del film Disney '20.000 leghe sotto i mari'.
    Gli stampi vennero trasferiti in Francia, dove gli americani avevano una sussidiaria, e continuarono ad uscire sia col marchio MPC che Airfix. Tale condizione durò fino al 1986, quando il tutto fu nuovamente rilevato, stavolta dalla Borden, già padrona della Humbrol e della francese Heller. Gli stampi furono nuovamente trasferiti nella fabbrica francese della Heller e venduti soprattutto col marchio Humbrol. Tale condizione continuò anche dopo la nuova acquisizione del tutto da parte di una cordata irlandese nel 1994, che continuò a venderne i prodotti sempre col marchio Humbrol.
    In quegli anni difficili furono ben poche le novità immesse sul mercato, perlopiù i vecchi stampi si 'mischiarono' ad alcuni di quelli della vecchia rivale francese.
    Dopo l'ennesima difficoltà finanziaria, soprattutto per il definitivo crollo della Heller, nel 2006 il marchio venne rilevato dalla Hornby britannica, a partecipazione statale, un colosso del 'giocattolo', già proprietaria di molti marchi storici, anche italiani (Lima, Rivarossi).
    Decisa a dare nuova linfa al vecchio e glorioso marchio, anche a fronte di un rinnovato interesse verso il modellismo fra i giovani, perlomeno nel nord europa ed in Asia, la Hornby sta lavorando intensamente, sia sul piano mediatico che produttivo. Negli ultimi anni si è visto il rilascio di molti nuovi stampi, dalla qualità discontinua, e la riproposizione di molti stampi storici con nuove decal di qualità e scatole dalla grafica accattivante.

    I 'new tools' Airfix
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    Lunga vita alla regina del modellismo !

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